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Gino Covili, visionario resistente

Visitare questa mostra significa preparare un cammino della memoria e dello spirito in uno dei paesaggi più belli e suggestivi dell’Appennino: da Porretta Terme a Castelluccio e poi, ancora, sui luoghi del ricordo come Cà di Berna, Biagioni e Ronchidoso.
Ognuna di queste località ha un suo racconto da proporre, una sua storia da sviluppare. La parte centrale della mostra è allestita nelle sale di Castello Manservisi, a Castelluccio di Porretta. Sono le trentanove opere che compongono, al completo, il Racconto Partigiano dipinto da Covili a cavallo degli anni ’70 dopo, cioè, aver elaborato a pieno, con passione e spirito critico, quello che la lotta di Liberazione aveva rappresentato per lui, giovane manovale aspirante pittore di Pavullo, per la sua generazione e per il futuro del nostro Paese.
Da Castelluccio si scende a Porretta Terme, dove il VISIONARIO Gino Covili si esprime in altre forme di Resistenza. La prima tappa è all’Hotel Helvetia dove sono esposti tredici quadri che rappresentano la massima espressione del Covili interprete e custode della civiltà contadina.

Di Resistenza in Resistenza, sempre a Porretta, si arriva allo studio di Luciano Marchi, fotografo dell’Appennino e della sua gente, e in questo senso alter ego di Covili nel rappresentare, dal mirino della sua reflex, uno stesso mondo e uno stesso paesaggio. Qui si trovano i quadri de “Gli Esclusi” e delle “Donne Perdute”: personalità di difficile gestione, secondo le normali convenzioni sociali; per Gino, invece, solo persone con le quali parlare di cose normali, di vita normale e di normale pazzia.
Ultima tappa di Porretta, nella filiale della Banca di Credito Cooperativo dell’Alto Reno. Solo tre quadri e una scultura, ma imperdibili, specie se visti uno vicino all’altro. Non solo rappresentano la straordinaria conclusione del percorso di questa mostra, ma sono anche e soprattutto il lascito di Gino Covili per il futuro.

E sulla montagna bisogna salire davvero per andare a intercettare le installazioni permanenti realizzate, all’aperto, in tre luoghi simbolo del territorio. Sono grandi riproduzioni di opere fondamentali di Gino Covili, ognuna arricchita dalle parole di un altro maestro di queste terre qual è Francesco Guccini. Si comincia a Biagioni, dove trova posto il “Fucilato”, quadro centrale del Racconto Partigiano. Si prosegue fino a Cà di Berna per vedere la riproduzione de “La borgata abbandonata”, uno dei grandi paesaggi di Gino Covili. Si conclude a Ronchidoso per trovare in “Cresce la Resistenza” una delle opere che meglio raccontano la visione di Covili per quel periodo della sua vita.
Incontri, momenti, suggestioni. Alla fine, il Cammino Covili avrà portato i visitatori alla visione di oltre sessanta opere, insieme a esperienze multimediali, momenti di partecipazione attiva e paesaggi da ricordare.

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