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Laura Faoro. Comfort Zone

“Una fragile bolla delle dimensioni di una cella di isolamento, sorvegliata dallo sguardo meccanico di invadenti occhi video, unico contatto con l’esterno. Un salotto di casa in quarantena. Qui, rinchiuso, un flauto intona un rito scaramantico trasformandosi in un bastone magico acustico ed elettrico, mescolando mimo e poesia con sonorità contemporanee colte, free improvisation, live electronics e suoni campionati, il tutto interpolato ad echi gregoriani e barocchi, memorie di antiche pestilenze. L’ottica è quella di un teatro povero 2.0, fatto con quel poco di attrezzeria e tecnologia low cost disponibile in casa, per raccontare in immagini sonore il mio spazio di sicurezza, il mio ecosistema domestico, durante questa pandemia, in bilico costante tra l’essere UN pericolo e l’essere IN pericolo.” (Laura Faoro)

home Camera Video performance per un flautista solo e nove dispositivi live electronics – idea, set up, partitura musicale e scrittura scenica di Laura Faoro, flautista e performer – con un estratto dal poema “Nove marzo duemilaventi” di Mariangela Gualtieri

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