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Per documento e meraviglia. Una storia lunga 400 anni

La mostra, che apre allo sguardo i preziosi materiali della Biblioteca riminese, è inserita nel programma delle celebrazioni per i 400 anni da quando l’erudito, giureconsulto, Alessandro Gambalunga, nel 1619, la destinò alla città. Si apre con la narrazione del dominio malatestiano, in particolare il periodo di maggior splendore della signoria di Sigismondo Pandolfo (1417-1468) con documenti dal grande valore iconico. Tra gli altri, il codice della “Regalis historia” sulle origini della famiglia Malatesta, il “De civitate Dei”, scritto per Pandolfo dall’amanuense Donnino di Borgo San Donnino, l’editio princeps dell’incunabolo “De re militari” di Roberto Valturio, il “Comentario de’ gesti e fatti e detti dello invictissimo Signore Federigo Duca d’Urbino” (1482-1490), di Vespasiano Da Bisticci e l’ “Astronomicon” di Basinio. Un’occasione imperdibile per osservare da vicino il prezioso manoscritto di Basinio da Parma, primo poema astronomico dell’Umanesimo, scritto alla Corte di Sigismondo nel 1455, per la prima volta esposto in pubblico. Con riferimento al ‘600, la mostra svela la riflessione appassionata sull’identità cittadina attraverso opere tra cui il libello “Ariminensis Rubicon in Caesenam Claramonti” (1641), sulla localizzazione del fiume attraversato da Cesare. E tra i volumi del ‘700 “Il vitto pitagorico” di Jano Planco, in contatto con i maggiori studiosi europei, tra cui Voltaire. La sezione dal titolo “Rimini cos’è” racconta la citta con documenti che vanno dalle origini della Rimini balneare ad oggi. Il percorso propone anche l’installazione “Ex libris” realizzata dall’artista visivo Daniele Torcellini.

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